sabato 11 settembre 2010

11 settembre 1973


Data sul calendario, 11 settembre. Inutile spendere altro inchiostro, frasi, riflessioni. Tutti ricordano cosa successe nove anni fa, dove si trovavano, cosa facevano, e come sono venuti a conoscenza dell’accaduto. Chi tornava a casa, accendeva la televisione, credendo che ad aspettarlo ci fosse il solito film, si ritrovò invece quelle immagini. Io, al tempo, avevo quattordici anni ed ero agli allenamenti di calcio. Fu il mister a dirlo a me e agli altri della squadra, dopo che lo raggiunse una telefonata. Era un gran cazzaro il mister, quindi nessuno di noi gli credette, e si prese circa venticinque vaffanculo a diverse tonalità di voce. Quando tornai a casa capii che, stavolta, la cazzata non l’aveva sparata.

Ma l’11 settembre non si ferma a questo. Per molti, nel mondo, quella data è rimasta impressa, assumendo un significato particolare, nel 2001. Prima era un giorno come tanti, come il 10, o il 12, sempre di settembre. Lo era per tanti sì, ma non per tutti.
L’11/9 è una data di sangue anche in Cile.

mercoledì 1 settembre 2010

Citazioni


"Non vedo nessun divertimento nello sconfiggere una persona per il puro gusto di sconfiggerla."

Questa frase l'ha detta Franzen, ma mi piacerebbe che Bersani la facesse sua.

sabato 28 agosto 2010

Dietro la "Tessera del tifoso"


L’introduzione della Tessera del tifoso ha suscitato, quest’estate, una così grande valanga di polemiche, tanto da meritarsi un posto accanto al duello Pdl-finiani tra i tormentoni della cronaca nostrana. Da quest’anno il Ministero dell’Interno ha varato l’obbligatorietà della tessera all’interno degli stadi, per tutti i tifosi in trasferta, e per gli abbonati. Abbiamo visto proteste, sfociate quasi in guerriglie, da parte degli ultras, contro la decisione del Ministro Maroni. Da una parte c’è chi è a favore, perché chiede che venga posto un freno all’escalation di violenza all’interno degli stadi, che nella scorsa stagione ha registrato momenti sconcertanti; all’altra chi è contrario, perché giudica l’introduzione della tessera una soluzione inefficace, se non addirittura completamente inutile.

Innanzitutto, bisogna capire di cosa si tratta:

1. La tessera ha le dimensioni di una carta di credito, con tanto di chip, che le società rilasciano ai tifosi, e sulla quale appare anche la foto dei richiedenti.
2. E’ obbligatoria per accedere al settore dei tifosi ospiti.
3. Snellisce le procedure di accesso allo stadio e fidelizza il tifoso alla società.
4. Viene introdotta in tutti i campionati nazionali, dalla Serie A alla Lega Pro (brutto nome che ha cancellato il caro vecchio Serie C).

Obbiettivo dichiarato della tessera è istituire la categoria dello spettatore ufficiale.

mercoledì 25 agosto 2010

Si parla tanto di e-book


Di recente si è scritto molto sulle prospettive future del libro, mezzo principale di divulgazione della letteratura. Frange di scrittori ed editori hanno dipinto scenari forse fin troppo azzardati, ipotizzando la fine del libro come oggi lo conosciamo, in favore del libro elettronico, meglio conosciuto come e-book.
All’origine di determinati proclami vi è l’annuncio di Amazon, che ha annunciato il superamento nelle vendite sul suo sito del formato e-book su quello cartaceo (ma ha citato esclusivamente il formato paperback). Amazon - per chi non lo sapesse - è anche il produttore dei maggiori lettori e-book in circolazione a livello mondiale, il Kindle.

venerdì 14 maggio 2010

Psychommedia - Canto 2


Sono Primo Di Tonno, meglio conosciuto come Black Bart, cantante e frontman degli Elettropound, e questa è l'incredibile storia del mio viaggio nelle viscere della terra e delle bassezze umane, nelle lande dei dannati.

PSYCHOMMEDIA
- Canto 2 -

L'eccitazione dell'avere davanti il mio principale ispiratore era solo in parte contrastata dallo stupore di trovarlo in gran forma, per essere uno che dovrebbe abitare una bara. Cercai di tradurre tale pensiero in parole ma evidentemente la mia espressione eliminava questa necessità, cosicchè quel grande mi fece:
- Ebbene, un lupo che ti vuole possedere non ti stona, ma io sì? Sono venuto per trarti dall'abisso simbolico e portarti in quello infernale. Sei pronto a visitare il regno dei dannati?
Caddi in ginocchio con le mani giunte.
- Oh virtuoso re dei fricchettoni, io ti imploro! Possibile che la condanna sia stata così emessa senza processo? Non posso credere che proprio te abbiano messo a mietere anime; dimmi, almeno, quale dei miei vizi mi è stato fatale!
- Sciagurato, non c'è una parola che tu non abbia frainteso. Non sono io la Morte, né tu il morto. Vengo per accompagnarti pel sentiero che prima fu solo di eroi e poeti. Alzati, quindi, e rallegrati. Pensa al privilegio. Cambiò espressione e mi tese una mano per rialzarmi.
- Ma perchè proprio io? - gli chiesi - Insomma, tra tutti i galeotti, tossici, alcolisti schizo-sessuali, perché proprio io, non sarebbe più utile redimere un politico?
Mr. Zappa cambiò di nuovo espressione, stavolta in peggio.
- TU perché hai scelto una via ma l'hai lasciata, TU perché hai un dono che sprechi, TU perché potresti ma non vuoi.
- Dannazione, ma sono un rocker, non un chierichetto!
- Non si tratta di questo! - mi puntò il dito contro - Stai o non stai per venderti a chi ti infilerà banalità negli spartiti e miele nell'inchiostro?
- Ma così potrò raggiungere un numero maggiore di persone, essere conosciuto...
- Balle! Chi stai cercando di convincere, me o te stesso? Baratteresti la gloria eterna per essere il fenomeno di un'estate? Eppure giurasti che la tua musica sarebbe stata un tormento per i potenti, giurasti che ti saresti fatto pallido per lo sforzo alle pendici del Parnaso!
Crollai di nuovo sulle ginocchia, privo di forze.
- E' vero, è tutto vero! Cosa sono diventato... Tu che per primo animasti i miei propositi, ridammi la mia dignità, dimmi cosa devo fare per tornare ad essere un uomo.
Il Maestro sorrise, e non appena riacquistai la calma tornò a parlare:
- Tu non lo sai, ma hai già compiuto il passo più duro.

...


- Allora l'inferno non è poi così male.

...

- Dicevo così per dire.


Fine Canto 2



Pubblicato da Er Mijone

giovedì 1 aprile 2010

Non si trattava di anti-politica



Quello che iniziò con il V-Day l'8 settembre 2007 fu considerato dai più come il trionfo dell'anti-politica. Grillo aveva raccolto intorno a sé i disillusi - perlopiù giovani - che non si riconoscevano più in quegli schieramenti, ridotti a spazi claustrofobici.
I dirigenti dei partiti fecero a gara nell'additare, con toni più o meno forti, quel movimento come anti-politico. Avevano sottovalutato la forza che si stava concentrando in quelle piazze, e bollarono Grillo come guastafeste, il comico che ha superato il limite, un rompicoglioni. Ne tre anni succedutisi al primo V-Day, quello che fu uno sfogo gratuito verso la politica e i politici nazionali, divenne presto una fucina di idee, progetti: c'erano - e ci sono - per la maggior parte giovani, che da Grillo hanno portato un modo diverso di fare politica. A differenza dei dirigenti di partito odierni, loro non si sono formati nelle sezioni dei partiti della Prima Repubblica; non sono stati contaminati da schemi culturali tradizionali. Figli della caduta del muro e della morte delle ideologie, sono cresciuti nell'Italia berlusconiana, davanti a computer e social network, e questa è la vera differenza. Internet è l'arma del MoVimento 5 Stelle: Grillo è l'unico che è riuscito a comprendere la chiave di volta del web: la partecipazione. I partiti nazionali, oggi, utilizzano la rete come uno specchio, come lo erano la tv nei '90 e i comizi ancor prima. Gli internauti non hanno normalmente delle possibilità di partecipazione alla costruzione della linea politica del partito, ma sono limitati ad osservare, assistere allo sviluppo di un progetto per il quale possono contribuire attraverso un unico modo: l'approvazione, il voto. Esempi concreti di questo modello sono Youdem, i portali e le pagine Facebook dei partiti, che non concedono spazi di discussione reali, ma solo uno sguardo approssimativo sullo schema generale.
La novità del Movimento 5 Stelle è la partecipazione al progetto attraverso tavole di discussione paritarie e senza confini. I territori hanno esigenze diverse e i cittadini possono esporre problematiche in tempo reale e cercare una soluzione comune in tempo reale. Potremmo definirla "politica 2.0" e dietro questa definizione c'è molto più di accostamento tra due mondi: il web offre la possibilità di raggiungere chiunque, in qualsiasi luogo. Non sono necessari enormi finanziamenti, campagne serrate alla ricerca del compromesso sul programma per ottenere un'altra fetta di voto.
I punti portati avanti dalle liste di Grillo sono universali, nel senso che non possono essere connotate come battaglie riconducibili ad un asse di contrapposizione destra-sinistra, ma sono strettamente riconducibili ad una politica di modernizzazione del paese.

Ovviamente ciò non è sufficiente alla creazione di un partito con vocazione di maggioranza, ed infatti liste di questa natura, per esperienza internazionale, non vogliono esserlo. I movimenti dal basso, nel momento in cui entrano nelle stanze del potere e dell'amministrazione, puntano a raccogliere una fetta di elettorato che si riconosce in battaglie mirate: l'esempio principale è quello del Piratpartiet svedese, che si concentra sulla modifica delle leggi internazionali sul copyright e a fondare una nuova filosofia della condivisione dei contenuti sulla rete. Rappresentanti del Piratpartiet oggi siedono al Parlamento europeo. Il declino dei partiti tradizionali non si riscontra attraverso questi segnali, ma è ormai chiaro che non possono più voltare le spalle a una nuova classe di elettori "diversamente" informati, che ora pesano concretamente sullo scacchiere del potere politico.


Foto: Mario Bucchich

venerdì 26 febbraio 2010

Psychommedia


Sono Primo Di Tonno, meglio conosciuto come Black Bart, cantante e frontman degli Elettropound, e questa è l'incredibile storia del mio viaggio nelle viscere della terra e delle bassezze umane, nelle lande dei dannati.


PSYCHOMMEDIA
- Canto 1 -

Quella sera in cui attirai su di me le attenzioni delle pattuglie di mezza città, tornavo da un party di 72 ore in ricorrenza del mio 35° compleanno.
Nel tentativo di far fruttare il vantaggio che avevo guadagnato sui solerti tutori dell'ordine, probabilmente intenti in una pausa-cornetto, vista l'ora, decisi di imboccare Via di Torricola, immersa in una tetra boscaglia e totalmente priva di illuminazione. Ricordai, o credetti di ricordare, che vi era lì da qualche parte un'ulteriore deviazione che mi avrebbe reso irrintracciabile, ma uscì la luna e abbagliato dalle splendide cromature della mia Harley dimenticai che anche quell'essere perfetto doveva bere per vivere. Ma ero già troppo lontano dalla società civile.
Il mio destriero masticò gli ultimi due kilometri di strada per poi spegnersi singhiozzando.
La mia unica chance era percorrere a piedi il tragitto rimanente, che tra l'altro ignoravo.
Al buio.
Nella selva.
Senza telefono.
Senza sigarette.
Orfano di una Harley V-Rod Muscle.
Braccato dalla legge.
Senza una cazzo di sigaretta.
Ma questo era ancora niente. Diversi minuti mi servirono per recuperare la lucidità necessaria ad accorgermi di sei punti gialli nella notte. Si affacciò ancora la luna, stavolta per squarciare il velo dell'arcano, mostrandomi l'improbabile.
Tre bestie aberranti per fattezze e attitudini scivolavano sordidamente verso di me.
Alla mia destra un lupo sbavava dandomi tutta l'impressione di voler fare di me la sua sposa.
Alla mia sinistra una iena dagli occhi pulsanti e con evidenti difficoltà a spostarsi sembrava appena uscita anche lei dalla mia festa.
Davanti a me un mastodontico re della jungla mi squadrava con disprezzo.
Il terrore fu interrotto solo un istante dal pensiero che se qualcuno avesse avuto la possibilità di vedere un leone snob, un lupo attizzato ed una iena stupefatta inseguire un rocker nella campagna ardeatina, non avrebbe potuto fare a meno di chiedersi cosa cazzo stesse succedendo.
Improvvisamente mi ricordai di quel circo in cui avevo fatto irruzione minuti prima, creando gran scompiglio e forse favorendo qualche fuga, e non potei fare a meno di pensare che forse era il caso di smettere di scappare e andare incontro alla fine che meritavo e che mi ero tragicamente confezionato.
Non che prima fossi irraggiungibile, ma le tre fiere sembravano godere nel vedermi strisciare.
Pensai ad un aforisma che potesse elegantemente segnare l'ora della mia morte, ma anche che nessuno l'avrebbe udito per cui mi limitai a rilasciare un peto.
Chiusi gli occhi in attesa della fatidica zampata, li rispalancai di colpo costretto dall'irrompere di una chitarra elettrica a volume disumano imbracciata da un losco figuro che era in scivolata sui ginocchi.
Le bestie furono spazzate via, travolte da quell'individuo emerso dal buio che urlava al loro indirizzo.
Mi voltai verso di lui, per niente confortato dalla sua presenza.
Qualche attimo di quasi silenzio.
Il vento tra gli alberi.
"Ma guardati, ridotto ad una larva tremante. Ecco dove ti ha portato il tuo delirio" mi fece con voce controllata.
Finalmente un po di luce colpì il suo volto. E non credetti a ciò che vidi.
- Mi venisse un'enfisema se l'uomo che ho davanti non è il magnifico, impareggiato, sublime, inarrivabile, e... ahimè defunto ...
- Bando alle perifrasi! Sono proprio io. Hai davanti Frank Zappa.

Fine Canto 1


Pubblicato da: Er Mijone

venerdì 5 febbraio 2010

Psychoanalisi - Parte 3



- Signor Di Tonno, ho fatto più presto che ho potuto, appena l'infermiera mi ha avvertito.
- Mi permetta, dottore, ma per quel tricheco qui fuori il suffisso femminile mi sembra fuori luogo.

...

- Insomma, cosa è successo?
- Credo di essere finalmente pronto per raccontarle cosa accadde quel 16 marzo.
- Ottimo, è davvero un ottimo segno. Significa che abbiamo lavorato positivamente sulla sua autostima. Anche se...
- Cosa?
- Devo confessarle di non essere del tutto ignaro degli accadimenti di quella sera, per via del verbale della polizia.
- Verbale? Quale verbale?
- Questo qui, lo tengo allegato al suo fascicolo.
- E che tipo di interesse poteva avere la polizia ad annotare le mie vicende?
- Stando a quanto scritto qui, si tratta di "vicende" piuttosto tumultuose, sig. Di Tonno. Forse non ha un ricordo così nitido come pensa.
- Potrebbe farmene una sintesi, giusto per farmi un'idea?
- Certamente. Dunque, si parla, in ordine cronologico, di ingiurie, oltraggio a pubblico ufficiale, resistenza all'arresto, furto d'auto, danneggiamento di veicoli ed esercizi commerciali, lesioni colpose, turbamento di funzioni religiose, offese a confessione religiosa, atti osceni in luogo pubblico, molestie sessuali, maltrattamento di animali, offesa al pudore, di nuovo atti osceni in luogo pubblico, procurato allarme ed incendio colposo. Inutile dirle che leggendolo rimasi molto colpito. Ha davvero fatto tutto questo in un'ora e mezza circa?
- Le dirò, dottore, potremmo star qui a disquisire su chi ha fatto cosa, ma non servirebbe certo a ridare dignità a quel circolo di amanti dell'uncinetto in cui ho fatto irruzione con solo un perizoma di gatti indosso. Piuttosto, ciò che accadde nei tre giorni successivi e prima dell'arresto è quello che vorrei narrarle e davvero andrebbe trascritto e ricordato, se lei vorrà farlo.
- Sono qui per questo. A cosa si sta riferendo?
- Mi sto riferendo al viaggio che ho intrapreso sulle orme di Eracle, Enea e Dante, nelle lande dei dannati. Niente di quello che le ho raccontato finora può essere minimamente paragonabile a ciò che sta per udire. Niente di quanto ha visto o sentito o provato avrebbe potuto preparare me a ciò che ho visto ed udito e provato laggiù. Potrebbe mettere tutti i poeti della storia all'apice dell'ispirazione a comporre per l'eternità ma ancora non sarebbe nemmeno vicino.

...

- Non capisco, sig. Di Tonno. Lei sta cercando di dirmi che ha avuto una visione dell'inferno, oppure che lei E' STATO nell'inferno?
- A questo punto, che differenza fa?


Pubblicato da Er Mijone

mercoledì 3 febbraio 2010

Pubblicato su Controluce

Un mio articolo è stato pubblicato sul numero di febbraio del mensile Controluce: "Sì della Russia alla riforma della Corte europea dei Diritti dell'Uomo" - sezione "Dal mondo".

Qui il link per scaricare il pdf:

domenica 24 gennaio 2010

Psychoanalisi - Parte 2



- Penso sia di primaria importanza ripartire da dove abbiamo lasciato la volta scorsa, signor Di Tonno, sempre se pensa di riuscire a controllarsi, stavolta.
- Assolutamente.
- Benissimo. Prego allora, mi dica.
- Dire cosa?
- Beh, lo sa... Mi dovrebbe rispondere a quella domanda che le feci l'altra volta.
- Temo di non rimembrare.
- Potrei ripeterle la domanda, ma non vorrei che si adirasse nuovamente.
- Oh, non si crucci, sono più che controllato.
- Splendido. Dunque, ciò che le chiesi la volta scorsa era se avesse mai provato pulsioni o avuto rapporti con persone di sesso maschile.
- Ah... Ah-ah... Bene, ehm, diciamo che, occasionalmente, mi sono accorto con benedetto tempismo dell'inganno in cui cadevo, frutto della combinazione tra l'alterazione dei miei sensi e il travestimento degli individui che approcciavo.
- Si trattava quindi di viados?
- Precisamente.

...

- Adesso, signor Di Tonno, vorrei che facessimo un pò di brain storming. Io le dirò una parola e lei, senza pensare, mi dirà tutte le parole che le saltano in mente con la maggiore rapidità possibile. Chiaro?
- Chiarissimo.
- Molto bene. Allora cominciamo con la prima parola, che è: mano.
-Mano, perfetto. Ehmmm, guanto, anello, gesto, indicazione, saluto, gestualità... Eppoichealtro... Ehm, nocche, forza, virtù, accordo, giudizio universale, SINEDDOCHE...
- Signor Di Tonno, ho la folle impressione che lei stia cercando di impressionarmi. Deve dire solo quello che istintivamente sta pensando, senza sentirsi in imbarazzo.
- Ha detto bene, è un'impressione assolutamente folle.
- La prego, questo semplice esercizio può darci indicazioni molto utili per portarla sulla via della guarigione. Cerchi di essere più spontaneo possibile.
-... Ci proverò.
- Bene. Allora andiamo subito con la seconda parola. Seconda parola che è: rosso.
- Sangue, schizzo, sesso, passera, pomata, Roma, veste, auto, cielo, culo, guerra, fuoco, foresta, cinesi, comunisti, bandiera, risiko, goccia, freccia, occhio... Ebbasta.
- Interessante. Molto, molto interessante. Posso chiederle cosa ha pensato quando mi ha detto "pomata"?
- Pensavo al rossore, e che la pomata può essere un buon rimedio.
- Capisco.

...

- Adesso faremo qualcosa di simile. Le mostrerò un'immagine contorta, e lei mi dirà cosa vede.
- Proviamo.
- Allora, possiamo cominciare... Ecco la prima immagine.
- Sì, bene, vedo un tizio, incravattato, con una testa da pesce,che brandisce una specie di bamboletta voodoo, e arringa una folla immensa, e dalla folla si fa largo un individuo misterioso, che arriva in pompa magna, capelli al vento, grande carisma, con atteggiamento di sfida verso il tizio-pesce, un artista, sembrerebbe, di sicuro uno cazzuto.
- Molto fantasioso. E anche interessante. Passiamo ora alla seconda immagine.
- Passiamo, passiamo.
- Eccola qui. Allora, cosa vede?
- Topolino.
- Topolino?
- Sì, se socchiude un pò gli occhi e fissa la parte alta, può chiaramente vedere le orecchie.


Pubblicato da Er Mijone

sabato 16 gennaio 2010

L'eredità di Craxi

A dieci anni dalla scomparsa, Craxi lascia una pesante, pesantissima eredità che il dibattito politico italiano ancora stenta ad assorbire. Ciò che ne viene fuori è l'ennesimo scontro politico: all'ombra delle palme di Hammamet, una linea tracciata sulla sabbia separa quelle due fazioni che, da Mani Pulite, portano avanti come bandiere i due diversi ritratti lasciati alla storia da Craxi. Da una parte, i fautori di una riabilitazione del personaggio, chi lo ricorda come uno dei più grandi statisti del dopoguerra; dall'altra, c'è chi, invece, lo indica come il più grande farabutto della storia della Repubblica.


giovedì 7 gennaio 2010

Psychoanalisi



- Bentrovato, signor Di Tonno. Allora, come le sembra la nostra cucina?
- Deliziosa, non fosse per la camicia di forza penserei di essere all'Hilton Palace. Immagino che l'assenza di stercorari nella zuppa faccia di questa la miglior clinica psichiatrica del paese.
- Sono lieto di vedere che ha ritrovato la parola. Posso chiederle come si sente oggi?
- Un tantino rigonfio di gas, come potrà constatare a breve.
- Intendevo dire emotivamente. Come definirebbe il suo stato d'animo in questo momento?
- Lo definirei "stupefatto."
- "Stupefatto?"
- Sì, stupefatto. Da tempo i miei stati emozionali si sono ridotti a quattro: stupefatto, ubriaco, stupefatto/ubriaco e svenuto. Al momento quelle pasticchette che mi date mi rendono piuttosto visionario.
- E che tipo di visioni le procurano i nostri farmaci?
- L'ultima l'ho avuta stamattina. Ma non è inedita, l'avevo già avuta in passato.
- Posso chiederle in che circostanze?
- Beh, ero disteso sul letto, mentre perdevo fluidi da ogni orifizio...
- Intendevo dire la prima volta che ha avuto la visione, non stamattina.
- ... Appunto.
- Mi scusi. Continui pure.
- Dunque, è stato un mese prima che accadesse quella... spiacevolezza. Ci stavamo esibendo: Nate sbudellava l'amplificatore con un riff insistito, Eddie stava aprendo crepe nei muri e nei timpani dei presenti, mentre io mi issavo sulla mia stessa vanità alla vista di cinque, forse sei milioni di persone accorse a strappare il biglietto per il nirvana.
Dopo lo show, ho fatto tapp... c'è qualcosa che non va?
- Mi perdoni, ma se la memoria non mi inganna il suo complesso musicale non si è mai esibito davanti ad un pubblico di più di diecimila spettatori.
- Beh, al tempo il mio raggio visivo non superava i quindici/sedici metri, per cui potrei aver supposto la presenza di un pubblico un filo maggiore di quello che la locanda di "Tony lo zozzo" possa contenere. Comunque, la sostanza del racconto non cambia.
Come dicevo, dopo lo show ho fatto tappa su tutti i cliché di una notte in compagnia di un barile di whiskey irlandese e qualche grammo di finissima canapa indiana.
Giunto al culmine dell'evoluzione ho avuto l'impressione di destarmi in un lungo corridoio, quasi una galleria cittadina, di quelle in cui si allestiscono i mercati al chiuso, ma questa era immensa, divisa in una miriade di stanzette dal soffitto altissimo.
Non c'erano porte, solo vetrate, così che si poteva vedere all'interno.
Le persone che passavano ne sceglievano una ed inserivano delle monete in una fessura, in base alla cifra indicata dal display subito fuori la rispettiva celletta. Notai che all'uscita la cifra diminuiva leggermente.
Così, decisi di raccogliere me stesso da terra ed il coraggio dagli abissi della mia autostima, e mi appropinquai verso la galleria creata dal mio inconscio.
- E cosa vide?
- Dentro ogni celletta, da un oblò sul muro opposto all'entrata, sbucavano in atteggiamento ovino e completamente prive di qualsivoglia indumento le metà inferiori di damigelle di ogni dimensione e fattezza e colore. Qualcosa nel sogno mi suggeriva che mi trovavo in un futuro in cui il genere femminile era stato così soggiogato, con l'eccezione di uno sparuto gruppo di ribelli amazzoni in tutine di latex che improvvisava la guerriglia urbana.
- E questo sogno lo ha ripetuto stamane, in maniera identica?
- Quasi. C'era un pò meno assortimento stamattina nella galleria.
- Capisco. Molto interessante. Davvero molto interessante. Lei che tipo di spiegazione da ad un incubo simile?
- Incubo?
- Eh, ammetterà che un futuro in cui il genere femminile è relegato a mero strumento di piacere a buon mercato non è certo il migliore possibile, no?

...

- Io e lei siamo due persone molto diverse, dottore.


Pubblicato da Er Mijone

Foto: Anton Corbijn

martedì 5 gennaio 2010

Lettera di una studentessa ammalata di AIDS


Io 21 anni, bocconiana, sieropositiva. Non chiudete gli occhi sull'AIDS.


Pubblicata il 5 gennaio 2010 sul Corriere della Sera (visto il divieto di riproduzione del testo, ne posto solo il link).
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