sabato 11 settembre 2010

11 settembre 1973


Data sul calendario, 11 settembre. Inutile spendere altro inchiostro, frasi, riflessioni. Tutti ricordano cosa successe nove anni fa, dove si trovavano, cosa facevano, e come sono venuti a conoscenza dell’accaduto. Chi tornava a casa, accendeva la televisione, credendo che ad aspettarlo ci fosse il solito film, si ritrovò invece quelle immagini. Io, al tempo, avevo quattordici anni ed ero agli allenamenti di calcio. Fu il mister a dirlo a me e agli altri della squadra, dopo che lo raggiunse una telefonata. Era un gran cazzaro il mister, quindi nessuno di noi gli credette, e si prese circa venticinque vaffanculo a diverse tonalità di voce. Quando tornai a casa capii che, stavolta, la cazzata non l’aveva sparata.

Ma l’11 settembre non si ferma a questo. Per molti, nel mondo, quella data è rimasta impressa, assumendo un significato particolare, nel 2001. Prima era un giorno come tanti, come il 10, o il 12, sempre di settembre. Lo era per tanti sì, ma non per tutti.
L’11/9 è una data di sangue anche in Cile.

In questo giorno di 37 anni fa, Salvador Allende si suicidava nel Palacio de la Moneda a Santiago, per non arrendersi e consegnarsi ai militari golpisti, che lo assediavano. Il Cile cadeva per mano di Augusto Pinochet, generale delle forze armate e criminale internazionale tanto caro a Papa Wojtyla. Negli anni di dittatura poi, il regime golpista si macchierà di più di trentamila omicidi, senza contare le torture, le persecuzioni.
Pinochet fu chiamato ad affossare l’utopia socialista di Allende, che sognava di liberare il proprio paese dalla morsa dell’imperialismo. Era un’idea pericolosa, scomoda, per quel mondo al di fuori dei confini di quel paese schiacciato tra le Ande e il Pacifico.

L’11 settembre è una data di sangue per tutto il mondo. Esistono però altre tragedie, forse - anzi, sicuramente - più piccole, ma comunque degne di essere ricordate.

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