L’introduzione della Tessera del tifoso ha suscitato, quest’estate, una così grande valanga di polemiche, tanto da meritarsi un posto accanto al duello Pdl-finiani tra i tormentoni della cronaca nostrana. Da quest’anno il Ministero dell’Interno ha varato l’obbligatorietà della tessera all’interno degli stadi, per tutti i tifosi in trasferta, e per gli abbonati. Abbiamo visto proteste, sfociate quasi in guerriglie, da parte degli ultras, contro la decisione del Ministro Maroni. Da una parte c’è chi è a favore, perché chiede che venga posto un freno all’escalation di violenza all’interno degli stadi, che nella scorsa stagione ha registrato momenti sconcertanti; all’altra chi è contrario, perché giudica l’introduzione della tessera una soluzione inefficace, se non addirittura completamente inutile.
Innanzitutto, bisogna capire di cosa si tratta:
1. La tessera ha le dimensioni di una carta di credito, con tanto di chip, che le società rilasciano ai tifosi, e sulla quale appare anche la foto dei richiedenti.
2. E’ obbligatoria per accedere al settore dei tifosi ospiti.
3. Snellisce le procedure di accesso allo stadio e fidelizza il tifoso alla società.
4. Viene introdotta in tutti i campionati nazionali, dalla Serie A alla Lega Pro (brutto nome che ha cancellato il caro vecchio Serie C).
Obbiettivo dichiarato della tessera è istituire la categoria dello spettatore ufficiale.