mercoledì 25 agosto 2010

Si parla tanto di e-book


Di recente si è scritto molto sulle prospettive future del libro, mezzo principale di divulgazione della letteratura. Frange di scrittori ed editori hanno dipinto scenari forse fin troppo azzardati, ipotizzando la fine del libro come oggi lo conosciamo, in favore del libro elettronico, meglio conosciuto come e-book.
All’origine di determinati proclami vi è l’annuncio di Amazon, che ha annunciato il superamento nelle vendite sul suo sito del formato e-book su quello cartaceo (ma ha citato esclusivamente il formato paperback). Amazon - per chi non lo sapesse - è anche il produttore dei maggiori lettori e-book in circolazione a livello mondiale, il Kindle.

Ovviamente, questa diatriba ha prodotto due schieramenti abbastanza facili da prevedere: da una parte gli “innovatori,” che vedono nell’e-book sviluppi innovativi possibili ancora oggi scarsamente facili da prevedere, e dal’altra i “conservatori,” certi che la carta rimarrà sempre al centro nel sistema di diffusione della cultura. Tra questi ultimi, mi viene da citare Umberto Eco, che, qualche settimana fa sulla rubrica da lui curata sull’Espresso, traccia un’immagine non troppo rosea dello strumento e-book. Eco ha probabilmente ragione nell’affermare che il libro in formato cartaceo non diverrà mai obsoleto, ed elenca proprietà e caratteristiche che l’e-book non è in grado di riproporre e che sono invece naturali sulla carta. A prima vista, possono sembrare cose banali, ma forse poi racchiudono la vera essenza del successo secolare del libro.
Il libro procura sensazioni che il cugino in silicio non può trasmettere; gli sviluppatori del Kindle si saranno anche impegnati a raggiungere una definizione dell’immagine tale da donare all’occhio umano la sensazione di intravvedere una pagina stampata, ma - Eco dice bene - l’e-book non si può sottolineare, annotare a matita, ingiallirsi e sentire il peso degli anni. Sfogliare nuovamente un libro letto anni prima, riporta alla mente le sensazioni provate in quel preciso momento di tanto tempo fa. Ti fa sentire nostalgia.
L’e-book può produrre tutto ciò? Non credo.

Ma sono altre le capacità dell’e-book, che probabilmente molti non hanno compreso, o deliberatamente omesso, forse per romanticistiche ragioni, o magari per più fredde opportunità commerciali, che penso anche di conoscere. La proprietà intellettuale delle opere è la prima. Le case editrici, le sole in grado di sostenere i costi della pubblicazione di un volume, impongono prezzi sul mercato decisamente esagerati, in particolare sui classici: se la proprietà intellettuale di un’opera è protetta fino a 75 anni dalla morte dell’autore (di conseguenza, dopo quella data, la divulgazione di quei testi è libera) perché pagare prezzi elevati per libri scritti uno, due e anche più secoli fa? Perché il Paradiso perduto di Milton ha lo stesso prezzo di un autore contemporaneo? Se oggi le famiglie Wilde, Austen o Dostoevskij non ricevono più i ricavi delle vendite dei loro illustri antenati, è chiaro che essi rimangono nelle casse delle case editrici. Tutto ciò non mi sembra giusto. I libri classici dovrebbero essere venduti a prezzi molto bassi, allo stesso costo, magari, diquello di produzione del libro. Non dovrebbero generare ricavi, quindi.
L’e-book, nella stragrande maggioranza dei casi, offre questa possibilità. Il book store di Amazon consente il download gratuito dell’intera opera di molti autori e autrici, come del resto altri siti, basti citare in proposito il Progetto Gutenberg.

Altra possibilità offerta dagli e-book è l’accessibilità immediata, per chi ha abbastanza dimestichezza con le lingue straniere, a libri per i quali ancora non è disponibile una traduzione italiana. Il caso più eclatante è certamente Suttree di Cormac McCarthy, pubblicato negli Stati Uniti nel 1979 e che l’Einaudi ha portato al pubblico italiano solo trent’anni dopo. Chiaramente queste pubblicazioni sono reperibili nelle librerie internazionali, o possono essere ordinate tramite spedizione, ma, nel primo caso, librerie di questo tipo non sono molte sul territorio, quindi i testi sono difficilmente reperibili; nel secondo, i costi di spedizione porterebbero il prezzo del libro a livelli improponibili.
Ulteriori applicazioni dell’e-book possono essere riscontrate nel panorama scolastico. Il lettore elettronico consentirebbe di racchiudere in un unica tavoletta di piccole dimensioni, l’intera quantità di libri che uno studente di liceo, medie o elementari deve portare quotidianamente nello zaino, piegandosi la schiena. La sua introduzione nelle scuole consentirebbe in primis un notevole risparmio economico per le famiglie (perché l’e-book costa meno), successivamente migliorerebbe le condizioni degli studenti, i quali apprezzerebbero sicuramente.

In conclusione, i libri elettronici non hanno la forza di scavalcare il successo del libro cartaceo, la cui affidabilità e versatilità ha attraversato epoche e civiltà - e se la sua forma non ha subito grosse modifiche in tutto questo tempo un motivo ci sarà - ma possono ritagliarsi un piccolo spazio nel settore culturale, ampliando le possibilità dei lettori, e risolvere lacune presenti sul mercato. Grazie ad internet, inoltre, chiunque, con il proprio romanzo celato nel cassetto, può liberare nella rete la propria opera, bypassando il ruolo offerto dalle case editrici, e sviluppando il settore della letteratura underground, senza alcuna spesa a suo carico, tolto il tempo speso nello scrivere, con la posiibilità di raggiungere un pubblico potenzialmente vastissimo, il quale può leggere i testi sullo schermo del proprio reader.

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