venerdì 5 febbraio 2010

Psychoanalisi - Parte 3



- Signor Di Tonno, ho fatto più presto che ho potuto, appena l'infermiera mi ha avvertito.
- Mi permetta, dottore, ma per quel tricheco qui fuori il suffisso femminile mi sembra fuori luogo.

...

- Insomma, cosa è successo?
- Credo di essere finalmente pronto per raccontarle cosa accadde quel 16 marzo.
- Ottimo, è davvero un ottimo segno. Significa che abbiamo lavorato positivamente sulla sua autostima. Anche se...
- Cosa?
- Devo confessarle di non essere del tutto ignaro degli accadimenti di quella sera, per via del verbale della polizia.
- Verbale? Quale verbale?
- Questo qui, lo tengo allegato al suo fascicolo.
- E che tipo di interesse poteva avere la polizia ad annotare le mie vicende?
- Stando a quanto scritto qui, si tratta di "vicende" piuttosto tumultuose, sig. Di Tonno. Forse non ha un ricordo così nitido come pensa.
- Potrebbe farmene una sintesi, giusto per farmi un'idea?
- Certamente. Dunque, si parla, in ordine cronologico, di ingiurie, oltraggio a pubblico ufficiale, resistenza all'arresto, furto d'auto, danneggiamento di veicoli ed esercizi commerciali, lesioni colpose, turbamento di funzioni religiose, offese a confessione religiosa, atti osceni in luogo pubblico, molestie sessuali, maltrattamento di animali, offesa al pudore, di nuovo atti osceni in luogo pubblico, procurato allarme ed incendio colposo. Inutile dirle che leggendolo rimasi molto colpito. Ha davvero fatto tutto questo in un'ora e mezza circa?
- Le dirò, dottore, potremmo star qui a disquisire su chi ha fatto cosa, ma non servirebbe certo a ridare dignità a quel circolo di amanti dell'uncinetto in cui ho fatto irruzione con solo un perizoma di gatti indosso. Piuttosto, ciò che accadde nei tre giorni successivi e prima dell'arresto è quello che vorrei narrarle e davvero andrebbe trascritto e ricordato, se lei vorrà farlo.
- Sono qui per questo. A cosa si sta riferendo?
- Mi sto riferendo al viaggio che ho intrapreso sulle orme di Eracle, Enea e Dante, nelle lande dei dannati. Niente di quello che le ho raccontato finora può essere minimamente paragonabile a ciò che sta per udire. Niente di quanto ha visto o sentito o provato avrebbe potuto preparare me a ciò che ho visto ed udito e provato laggiù. Potrebbe mettere tutti i poeti della storia all'apice dell'ispirazione a comporre per l'eternità ma ancora non sarebbe nemmeno vicino.

...

- Non capisco, sig. Di Tonno. Lei sta cercando di dirmi che ha avuto una visione dell'inferno, oppure che lei E' STATO nell'inferno?
- A questo punto, che differenza fa?


Pubblicato da Er Mijone

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